Recensione molto bella a cura di Laura Cadorini su Montecristo, con un messaggio di elogio rivolto all’autore Carlo Rispoli:
<< Ciao Carlo,
ho atteso un giorno di festa come oggi per regalarmi la lettura del tuo Montecristo. Per una serie di ragioni non ho potuto metterci sopra le mani prima, ma l’attesa non fa che aumentare il piacere del momento.
Se la riduzione di “Le due tigri” è stata una sfida non da poco, l’intreccio del Conte di Montecristo deve aver rappresentato una vera battaglia. Presumo tu ti sia trovato con davanti un numero definito di pagine in cui far rientrare una complessità di trame e personaggi: una prospettiva da far tremare anche gli autori più scafati. Credo che solo una grande passione per questo romanzo e la voglia di raccontarlo ti abbiano consentito di misurarti con questa nuova sfida e di vincerla, perché questa passione si respira e se ti ho scoperto da disegnatore, ti sei rivelato valido anche come sceneggiatore.
Sai quanto sono entusiasta del tuo bianco e nero e del tuo tratto “dinamico” e mi sembra di percepire una sempre maggiore libertà e una ricerca che continua.
La tavola di avvio della storia è una porta che si spalanca su un mondo e ti ci inghiotte: bellissima per gli scorci, le prospettive e quel brulicare di figurini; un inizio con il botto.
Mi colpiscono ogni volta poi il modo in cui ti diverti a inserire elementi di contorno e a giocarci riuscendo a movimentare la narrazione e i dialoghi, vedi ad esempio l’uso che fai degli animali e del riporto delle ombre.
L’ambientazione diventa un personaggio a sè nel tuo lavoro tanto è curata.
La pagina 53-2 è un po’ un sunto di alcune tue caratteristiche. C’è l’idea divertente del riccio come filo d’arianna, c’è l’animaletto in primo piano della seconda vignetta, un granchio fantastico, c’è la tua bravura nel rendere con pochi tratti l’atto del succhiare dal riccio nella terza, c’è il controluce nella quinta opposto alla luminosità della sesta. E il tutto mantenendo equilibrio e pulizia di tratto.
In qualche vignetta si intravedono i segni dello storyboard sottostante: per me un plus.
Le onomatopee sono centellinate con sapienza.
Amo sempre certe tue prospettive arditissime come lo scorcio di Notre Dame che torreggia su Parigi a pag. 127 o la scalinata di pag. 108: aggiungono drammaticità e sono bellissime.
Fantastica anche la “striscia” di pag. 113, a parte per la resa grafica, proprio anche come scelta originale nel raccontare il destino tragico di due personaggi in fin dei conti un po’ caricaturali. Molto interessante la pagina 119, con la giustapposizione e il collage di stili e soluzioni diverse.
A pag. 128, il paesaggio notturno in alto, è un’altra dimostrazione della tua capacità di inventare con i bianchi e neri: stupenda.
La galleria iniziale, poi, di studi dei personaggi negli abiti del periodo sono un’autentica chicca.
I difetti li faccio cercare ad altri, per quanto mi riguarda un gran bel lavoro.
Ora che ti sei cimentato, e con successo, con due delle mie passioni, Sandokan e Montecristo, mi piacerebbe vedere cosa saresti capace di fare con una tua riduzione di Moby Dick e non mi meraviglierei se ci stessi pensando >>.